La retinopatia ipertensiva
La retinopatia ipertensiva è una malattia oculare che coinvolge le arterie e le vene della retina, il nervo ottico e la coroide che, nei casi più gravi e avanzati, può provocare un peggioramento della visione, poiché altera il corretto funzionamento della retina.
La causa di questa patologia è, come dice il nome stesso, la pressione arteriosa troppo alta. Infatti, chi soffre di pressione elevata, oltre i valori di 80 mmHg per la minima e 120 mmHg per la massima, a lungo andare tende a soffrire di alterazioni dei vasi retinici ossia: riduzione della dimensione (calibro) delle arterie, che si restringono progressivamente; dilatazione delle vene, che tendono ad assumere un decorso tortuoso; formazione di incroci artero-venosi.
L’evoluzione della malattia porta alla formazione di aree in cui manca l’apporto di ossigeno e di nutrienti: attraverso l’esame del fondo oculare, previa instillazione di un collirio per la dilatazione delle pupille (esame in midriasi), è possibile valutare dimensione e decorso dei vasi sanguigni, eventuale presenza di emorragie, di essudati o di edema maculare. A seconda del grado di alterazione arterioso e venoso nonché della presenza di lesioni (comprese eventuali zone ischemiche) si determina lo stadio della malattia.
La terapia della retinopatia ipertensiva si basa esclusivamente sul controllo, attraverso opportune cure, dell’ipertensione arteriosa. Chi soffre di pressione alta, inoltre, deve tenere sotto controllo i propri occhi sottoponendosi, ogni sei mesi, all’esame del fondo oculare, nonché verificare il grado di efficacia della terapia e valutare lo stadio della malattia retinica. In alcuni casi, si scopre di essere ipertesi soltanto dopo una visita oculistica, quando il medico rileva la presenza dei segni iniziali della retinopatia ipertensiva.